Che cosa sono? I piemontesi conoscono molto bene questo tipo di tagliatelle ma al di fuori della regione si ritiene (erroneamente) che si tratti solo di una tagliatella più fine e sottile della norma. La sfoglia si prepara mescolando in acqua tiepida farina di grano tenero e uova. Solitamente occorrono cinque uova per ogni chilo di farnina. Si aggiunge un pò di parmigiano reggiano e si tira la sfoglia rigorosamente a mano. Dopo averne fatto una sfoglia sottilissima la tradizione vuole che sia arrotolata su se stessa e tagliata al coltello per farne tagliatelle larghe circa 3 mm ciascuna. Si, avete capito bene: niente macchine!
Si gustano dopo averli appena scottati in acqua bollente con vari condimenti: ragù di salsiccia, al sugo di arrosto, al burro e salvia oppure con il sugo di funghi porcini. Al tempo debito, verso ottobre e novembre, anche con burro e parmigiano e una grattata di tartufo bianco d'alba.
Un indirizzo sicuro per mangiare un buon "tajerìn"? Andate con fiducia a Barbaresco (CN) e dopo aver attraversato il paese giugerete nella piazzetta della torre: li c'è la Trattoria della Torre di Barbaresco, che li serve secondo i canoni della migliore tradizione langarola, con i condimenti classici.
Buon appetito!
Un piatto di Tajerìn o Tajarìn al burro e conditi da una soffice nevicata di "tuber magnatum picum"
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